A fine 2022, tra sconvolgimenti sociali, comunitari e personali, ci ritroviamo con lo sguardo in bilico tra il passato e il futuro, tra ciò che ci trattiene e ciò che ci chiama, tra la forza – per alcuni mancata – di lasciare e il coraggio – non di tutti – di conquistare.
Davanti al palcoscenico di questo scombussolamento, scelgo di occupare insieme con voi il posto della gratitudine. I tanti grazie che ogni fine anno racconto al temine della celebrazione non vogliono essere uno sterile “è andato tutto bene”. Perché a me – non so a voi – tante cose non sono piaciute. E non me le farò piacere, perché la felicità, prima di essere accoglienza, è discernimento, separazione, rinuncia e scelta.
Chi ha mai detto che la gratitudine è farsi andare tutto bene? O non è forse guardare la vita con onestà, sfidandola perché non ci neghi il diritto ad essere ciò che desideriamo veramente? Nella più assoluta e vera libertà, nostra e degli altri.
Perciò, caro 2022, anche a te grazie.
Grazie a te e a tutto ciò che i tuoi giorni ci hanno concesso nel bene e nel male. Agli stravolgimenti, alle crisi, ai terremoti di emozioni e sentimenti che ci hanno distrutto la casa delle abitudini rendendoci costruttori di nuove e belle avventure.
Grazie alle risate a crepapelle che ci hanno fatto mancare il fiato. Grazie alle lacrime amare che quel fiato ce l’hanno fatto implorare.
Grazie ai traguardi che abbiamo raggiunto e che ci hanno ricordato il nostro valore. Grazie alle sconfitte che ci hanno atterrito per poi strapparci uno sguardo verso l’alto.
Grazie ai compagni di viaggio che non ci hanno fatto sentire soli. Grazie ai nemici che ci hanno spronato quando soli, un po’, ci siamo sentiti.
Grazie a chi c’è stato sempre, curando così le nostre ferite. Grazie a chi se n’è andato, per il tempo che c’è stato. Grazie a chi si sta affacciando ora nella nostra vita, per le meraviglie che sta tirando fuori.
Grazie alle delusioni, perché ci hanno fatto sognare. E grazie allora alle illusioni: quanto è stato bello, anche se per poco, credere che quei sogni erano possibili!
Grazie a chi ci fa soffrire e, anche senza dircelo, sta soffrendo come noi: separati dalla vita siamo ancora uniti dall’amore, anche se non abbiamo il coraggio di dircelo.
Ma quest’anno voglio osare. Voglio già anticipare una parte dei ringraziamenti per il 2023.
Grazie a chi avrà il coraggio di esserci nonostante tutto, a chi rispettando i nostri sogni personali accetterà la sfida di scriverne di nuovi con noi, a chi fregandosene dei luoghi comuni saprà guardare oltre, a chi non ci chiuderà negli schemi e non smetterà mai di scoprirci come una novità.
Grazie a chi saprà essere contento delle nostre scelte di felicità, a chi vorrà esserne parte, a chi avrà l’ardire di esserne in qualche modo la causa.
Giuseppe Pironti