Al termine di quest’anno, come ogni anno, ritengo giusto esprimere i ringraziamenti a questo 2021 che, nel bene e nel male, ci ha condotti qui, oggi, a celebrare la Santa Messa, a preparare tutto per il consueto cenone, a non dimenticare qualche bottiglia da stappare per dire, chi con voce gioiosa chi con voce dolorosa, buona fine e buon principio.
Ma la pandemia, che ormai prima di farci paura ci ha stancati, che ci fa ricordare le cose accadute non più questo o quel tempo fa ma prima o dopo il lockdown, sta provando a rubarci anche questa speranza: la gratitudine.
Chi dobbiamo ringraziare? E per cosa? Sentiamo una voce sottile e martellante dentro di noi che ripete questo loop all’infinito.
Perciò, quest’anno i miei ringraziamenti saranno un racconto, quello delle cose belle fatte, quello dei sogni realizzati, quello dei presenti vissuti e dei domani costruiti. Perché non voglio ringraziare per le cose brutte che sono accadute e che nessuno potrà cancellare, voglio ringraziare perché sono convinto che ancora una volta il bello e il bene hanno vinto, e continueranno a vincere per condurci alla fine di questa esperienza.
Caro 2021, i tuoi 12 mesi, le tue 52 settimane, i tuoi 365 giorni, sono stati una miriade di opportunità. Per questo, grazie.
Forse non le abbiamo colte tutte, probabilmente ne avremo sprecate alcune o tante, ma ci hai permesso di fare molto. Se hai qualche minuto, vorrei raccontarti tutto il bello che la nostra Parrocchia ha visto e tutto il bene che ha fatto.
Abbiamo celebrato almeno una Messa al giorno, abbiamo fatto rinascere tanti bambini che hanno ricevuto il battesimo, abbiamo chiesto e ricevuto il perdono nella confessione in tantissimi, abbiamo portato centinaia di bambini all’incontro con Gesù nella prima comunione, abbiamo consolato tante famiglie accompagnando i loro cari defunti e pregando per loro, abbiamo amministrato il sacramento della cresima, abbiamo coronato il sogno di tante coppie con il sacramento del matrimonio.
Aspetta, non ho finito, siamo solo all’inizio!
Abbiamo fatto visita a tanti ammalati e allettati portando loro la consolazione dell’Eucaristia e dell’unzione, e li abbiamo rallegrati celebrando nelle loro case, o chiese domestiche, quei momenti che si vivono solo in chiesa.
Abbiamo dato un posto ai giovani per incontrarsi e che potesse essere il punto fermo cui riferirsi.
Abbiamo aiutato qualche famiglia con i suoi problemi a seguire i figli nello studio.
Abbiamo tenuto compagnia entrando nelle case di tanti fedeli attraverso la nostra radio.
Abbiamo educato alla fede e alla vita attraverso il catechismo e l’oratorio.
Abbiamo dato risposte a chi faceva domande, risolto problemi a chi era in difficoltà, reso la vita più facile a chi si è sentito smarrito in mezzo ai tanti impegni.
Abbiamo fatto in modo che ogni giorno, dal mattino fino alla sera e senza interruzione, la chiesa, luogo dell’incontro con Dio, rimanesse aperta per tutti.
Abbiamo realizzato e completato opere architettoniche che resteranno a servizio della collettività.
Abbiamo aiutato ogni mese con il nostro emporio più di trecento famiglie o, se vuoi, oltre mille persone.
Abbiamo fornito aiuti economici a chi li ha chiesti, quando abbiamo potuto.
Abbiamo rispettato la paura di chi era ed è intimorito dal covid e al contempo non abbiamo tarpato le ali a chi ha voluto osare. Abbiamo provato a tenere uniti tutti nella stessa famiglia cercando di non escludere nessuno.
Abbiamo dato lavoro a sei giovani con il sostegno di programmi statali.
Abbiamo creato occasioni di incontro e di solidarietà nonostante tutto quello che sta accadendo.
Caro 2021, il mio non vuole essere un vanto o un atto di superbia. È un racconto di speranza.
Con te, non ci siamo fermati. Abbiamo sperato e agito. Abbiamo creduto nei sogni e alcuni li abbiamo realizzati.
È per questo che voglio ringraziarti. Perché oggi ti salutiamo orgogliosi di noi, contenti in qualche modo di te, e con il cuore gonfio di verbi al futuro.
E se qualcuno che legge o a scolta queste mie parole non è d’accordo, mi dispiace. Da noi c’è posto per tutti, anche per chi ha paura. Bisogna, però, saper sperare. E per questo green pass della speranza, il vaccino lo somministriamo a ogni incontro, a ogni Messa, a ogni sacramento, a ogni momento comunitario. Al confessionale, poi, vengono date tutte le spiegazioni per fugare i dubbi e le paure.
Caro 2021, è giunto il tuo tempo. Grazie davvero. Mentre ti salutiamo, continuiamo a sognare. So che il tuo successore non sarà da meno nell’aiutarci a realizzare tutti i nostri sogni.
sac. Giuseppe Pironti
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Sono certa che il nostro Don per questo 2022 ne avrà ancora cose belle da proporre .. Ti siamo grati