La Sezione Migranti e rifugiati guidata da Papa Francesco ha come obiettivo quello di affiancare la Chiesa nell’accompagnare i rifugiati, coloro che sono costretti a migrare o le vittime del traffico di esseri umani. Negli ultimi mesi uno dei temi affrontato con più attenzione da questa sezione è stato quello dei lavoratori migranti in relazione alla pandemia.
Essi costituiscono una porzione considerevole della forza lavoro globale e contribuiscono allo sviluppo locale di molti paesi. Si trovano generalmente concentrati in determinati settori, quali l’agricoltura e il lavoro domestico, spesso caratterizzati da condizioni di lavoro precario, informale, non protetto e addirittura inumano. Molti lavoratori migranti ricevono salari bassi e hanno un accesso scarso o nullo alla previdenza sociale. La pandemia da COVID-19 ha esacerbato la situazione già difficile di tanti lavoratori migranti in ogni angolo del mondo. Inoltre, la discriminazione nell’assistenza fornita dalle autorità locali si è andata ad aggiungere alle minacce poste alla loro dignità umana. In risposta al desiderio di Papa Francesco di “fare della crisi l’occasione per rimettere al centro la dignità della persona e la dignità del lavoro”, la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale auspica l’attuazione di provvedimenti efficaci, volti a difendere la dignità di tutti i lavoratori migranti; per approfondire queste tematiche lo scorso luglio questa sezione pubblica un documento dal titolo Restituire dignità ai migranti che delinea i metodi per costruire una cultura della legalità. In particolare viene scritto che
il primo passo per restituire e riaffermare la dignità di tutti i lavoratori migranti consiste nel prevenire e eliminare ogni tipo di sfruttamento, garantendo salari equi, il rispetto dei loro diritti e condizioni di lavoro degne, soprattutto nei settori agricolo e domestico. Inoltre nel contesto della crisi del COVID-19, i lavoratori migranti dovrebbero essere sempre inclusi nelle misure attuate in risposta alla pandemia, avendo cura di garantire loro pari diritti e lo stesso trattamento riservato ai cittadini, per quanto attiene alla copertura della previdenza sociale, l’accesso agli indennizzi, i provvedimenti di protezione sociale e le sovvenzioni. Ai lavoratori migranti dovrebbero essere assicurate le risorse necessarie per diventare loro stessi i principali difensori della loro dignità.
In conclusione, continua il documento:
dovrebbero essere sviluppati e attuati programmi specifici volti a sensibilizzare i datori di lavoro e i lavoratori migranti sulle conseguenze negative del lavoro informale e non protetto e sui vantaggi del lavoro regolare e degno, soprattutto nei settori agricolo e domestico.
Approfondiremo questo e leggeremo nel dettaglio il documento durante la seconda puntata di 1530 – una voce amica in onda il 13 aprile alle ore 19.30 su IRRADIO.