Mio caro, mia cara,
giovedì scorso, scendendo in oratorio, sono rimasto sbalordito nel vederti. Sono rimasto sbalordito perché, insieme a tutti i giovani e giovanissimi, eravate una miriade. Non puoi immaginare – credimi! – quanto sono stato felice! Tanto felice da chiedermi immediatamente se saremo in grado di tenerti con noi in questo cammino di fede. Mi sono chiesto subito: come si trova? è contento di stare con noi? si sente a casa e accolto? stasera andrà via con il desiderio di tornare e di rincontrare tutti?
In pochi istanti, la mia mente ha viaggiato per non so quali pensieri, e mi ha lasciato un tarlo che non sono riuscito a togliere dalla testa. Devo parlargli, mi dicevo di continuo, dirgli qualcosa, scrivergli!
Beh, ecco qui, ti sto scrivendo.
Devi sapere che io per te ci muoio! Per te, e per tutti i giovani e giovanissimi, ho un debole. Sei, insieme a tutti, un pensiero fisso che mi spinge a migliorare la mia predicazione, a rendere le celebrazioni più belle, a sistemare l’oratorio perché nulla ti manchi, a costruirti un campo sportivo per passare il tempo insieme, a mettere su una radio, a organizzare tornei e qualunque cosa possa attirarti qui.
Perché? Certamente non per apparire bravo o per avere un numero grande di ragazzi! I motivi, in realtà, sono due.
Il primo, è che vorrei tu crescessi nella fede. È importante. Senza la fede, che non significa solo credere in Dio ma farlo nella Chiesa Comunità e Famiglia, non puoi essere veramente felice. Perdonami questa presunzione, ma è proprio questo il primo motivo: voglio che tu sia felice. Voglio che ti realizzi, che tu possa vivere sempre con la gioia nel cuore, che tu possa superare le difficoltà e i dolori della vita, che tu possa diventare grande. Voglio che tu porti a compimento la tua vita fino a diventare santo, perché voglio che la tua felicità non si limiti a questo mondo. Fatti santo! Sii felice!
Il secondo, è che è davvero bella la tua compagnia. Mi piace quando stiamo insieme, mi doni allegria e gioia, rendi la mia giornata diversa e più bella. Mi regali la bellezza che solo stando insieme a persone belle si può scoprire.
Come è bello, per me, venire in parrocchia e trovarti, oppure vederti arrivare quando già sono lì. Che meraviglia vederti a Messa, addirittura qualcuno viene di tanto in tanto in settimana ricevendo tutta la mia ammirazione.
Non fermarti! Ho notato che l’oratorio è diventato piccolo e non ci state agli incontri. Sto già pensando di buttare qualche muro a terra. Fammi buttare a terra tutti i muri di pietra, ma anche quelli dell’egocentrismo e della solitudine. Aiutami a buttarli a terra con la tua presenza.
Novembre, ci chiederà qualche impegno in più: la catechesi il 10, la serata culturale l’11, gli esercizi spirituali dal 14 al 18 e l’agape il 19! Poi, le Messe domenicali! Ti aspetto! Dieci giorni in cui ci vedremo quotidianamente per tutti i motivi che ti ho detto.
Insomma, sono felice che tu sia nella nostra famiglia. E, per questo, devo ringraziare i tuoi animacuori. Senza di loro, tutto ciò non sarebbe possibile.
Resta. Sempre. Se questa famiglia è bella, è perché ci sei anche tu!
Pagani, 3 novembre 2016
Sii felice, don Giuseppe!